Vi presentiamo Rita Marchignoli, collega ed amica che da anni collabora come Coach e Tutor al CREMIT Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia – Università Cattolica di Milano. Gli approfondimenti che andrete a leggere sono stati da lei scritti e messi a vostra disposizione.
Grazie Rita
Insegnante di scuola Primaria e Animatore Digitale presso la Direzione Didattica di Fidenza. Formatrice e autrice, collabora con il CREMIT dal 2012 in attività di formazione in modalità blended coaching e nel gruppo di ricerca EAS e con il Servizio Marconi TSI dell’USR-ER.
Aree di ricerca e intervento: Media Education; EAS; didattica con le tecnologie; didattica per competenze; applicativi digitali per la didattica per l’inclusione e a supporto del metodo EAS; Piano Nazionale Scuola Digitale. |
di Rita Marchignoli
Un EAS (Episodio di Apprendimento Situato) è «un’attività di insegnamento e apprendimento (TLA 1) che attraverso un contenuto circoscritto, uno sviluppo temporale ridotto e un agire contestualizzato si propone come forma di insegnamento efficace e opportunità di apprendimento significativo» (Rivoltella, 2016; 16). Nel volume Che cos’è un EAS, il Prof. Pier Cesare Rivoltella spiega che l’EAS si fonda sulla necessità di lavorare su porzioni circoscritte di contenuto (microlearning) per catturare l’attenzione degli studenti, dare ritmo alla didattica e ridurre la complessità; sulla preferenza accordata all’apprendimento significativo piuttosto che a quello superficiale; sulla conoscenza situata, contestualizzata e perciò meglio disposta ad essere appresa.
Il metodo è costituito da tre consapevolezze:
- il laboratorio: che prevede una didattica del fare, la risoluzione di problemi concreti proposti attraverso compiti sfidanti,
- il rovesciamento della lezione: non solo intesa come flipped, ma come rifiuto della didattica trasmissiva e valorizzazione invece del ragazzo e delle sue capacità,
- la metacognizione: la riflessione sui processi attivati, lo sviluppo e l’esercizio del pensiero critico.
E si attua in tre momenti:
- anticipatorio o preparatorio: fatto di un framework concettuale, di una situazione-stimolo e di una consegna;
- operatorio: nel quale si produce un artefatto, si svolge un’attività atta a risolvere un problema;
- ristrutturativo o debriefing: dove si condividono gli artefatti e si riflette sul percorso, si sintetizza (Id, 2013: 52-53).
Fasi EAS | Azioni dell’insegnante | Azioni dello studente | Logica didattica |
Preparatoria | Assegna compiti Disegna ed espone un framework concettuale Fornisce uno stimolo Dà una consegna | Svolge i compiti assegnati Ascolta, legge e comprende | Problem solving |
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Operatoria | Definisce i tempi dell’attività Organizza il lavoro individuale e/o di gruppo | Produce e condivide un artefatto | Learning by doing |
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Ristrutturativa | Valuta gli artefatti Corregge le misconceptions Fissa i concetti | Analizza criticamente gli artefatti Sviluppa riflessione sui processi attivati | Reflective Learning |
1Teaching and Learning Activity
(continua a pag.2)
Il metodo EAS è innanzitutto un dispositivo di organizzazione professionale che giova al docente così come al discente. Se rivedo la progettazione, la comunicazione e la valutazione, divento un docente riflessivo; se sono un docente riflessivo, allora sono un insegnante migliore. L'accento è decisamente portato sulla professionalità degli insegnanti.
L’insegnante è colui che fa la differenza, afferma la Laurillard (Laurillard, 2012). Egli diventa un professionista dell’educazione e poiché l’insegnamento deve essere considerato una vera e propria scienza della progettazione, il docente ne è il progettista, il designer. Il che restituisce un senso di rivincita nei confronti dei detrattori del valore e dell’insostituibilità della professione, ma comporta una buona dose di responsabilità e necessità di riflessione personale continua.
La Laurillard definisce l’insegnamento una scienza della progettazione i cui professionisti vengono individuati negli insegnanti che devono essere in grado di mettere in atto la scienza della progettazione come parte della loro pratica professionale, attraverso la trasposizione, ossia il passaggio dei contenuti che comporta la capacità di selezionare le informazioni da trasferire, di scegliere i mediatori adatti per trasporla, di costruire il percorso attraverso il quale renderli accessibili, la regolazione, ossia la capacità di risintonizzare l’intervento didattico quando se ne ravvisi la necessità, ricalibrandolo secondo le esigenze del momento, la formattazione, ossia la forma, la gradevolezza estetica degli artefatti. (Rivoltella, 2016: 42-43)
Il docente quindi, oltre ad essere designer, riveste anche la funzione di coach, di allenatore la cui bravura non consiste nell'esporre i saperi in modo discorsivo, ma nel suggerire e far emergere i legami tra i saperi e le situazioni concrete (Perrenoud, 2000) senza sostituirsi a chi apprende.
Ogni EAS progettato nel rispetto della circolarità dei tre momenti fondanti del metodo: preparatorio, operatorio, ristrutturativo, si pone in una spirale di apprendimenti successivi. Diventa pattern, modello fruibile e trasferibile 2 di una progettazione di più ampia portata che presuppone un approccio per competenze dove avvenga un’accurata selezione dei contenuti, non rifiutando né i contenuti né le discipline ma mettendo l'accento sulla loro messa in opera. (Perrenoud, 2000)
Progettare una TLA e quindi anche un EAS, comporta di mettere in campo competenze anticipatorie e di previsione.
Ancor prima dell’individuazione delle competenze da acquisire, occorre inoltre tenere ben presenti:
- contesto;
- bisogni;
- tempi;
- risorse;
- spazi;
- strumenti.
Lavorare per EAS infatti significa inoltre progettare l’azione didattica in modo da non escludere nessuno, offrendo anzi a tutti opportunità di apprendimento e crescita nel rispetto dell’unicità di ognuno.
La motivazione, il desiderio di imparare a comprendere, costituisce il fondamento stesso dell’apprendimento (Benasayag - Schmit, 2003) ed essa va fatta nascere, coltivata e sostenuta con attività appaganti e significative, che coinvolgano l’alunno ponendo in luce le sue potenzialità e mettendolo nella condizione di riflettere sui propri errori per superarli.
2 Saper generalizzare una soluzione e adattarla ad altri ambiti è una delle competenze chiave da acquisire e attese anche quando si tratta di pensiero computazionale.
Queste slide di approfondimento sono state messe a disposizione da Rita per voi
Vi proponiamo un esempio di attività di Tinkering & E.A.S. perchè consideriamo questo uno strumento davvero utile, un metodo di lavoro a cui non sappiamo più rinunciare.
Fare Didattica con gli E.A.S : il RICICLABOT
Questa documentazione è stata pubblicata dal Servizio Marconi - USR Emila Romagna con nota del Direttore Versari.
BIBLIOGRAFIA
Benasayag M. - Schmit G. (2003), L’epoca delle passioni tristi, tr. it., Universale Economica Feltrinelli, Milano 201511.
Laurillard D. (2012), Insegnamento come scienza della progettazione, tr. it, Franco Angeli, Milano 2014.
Marchignoli R. - Lodi M. (2016), Eas e pensiero computazionale. Fare coding nella scuola primaria, La Scuola, 2016.
Perrenoud P. (20003), Costruire competenze a partire dalla scuola, tr. it., Anicia, Roma 20103.
Rivoltella P.C. (2013), Fare didattica con gli EAS. Episodi di Apprendimento Situato, La Scuola, Brescia
Id. (2014), La previsione. Neuroscienze, apprendimento, didattica, La Scuola, Brescia
Id. (2015), Didattica inclusiva con gli EAS., La Scuola, Brescia
Id. (2016a), Che cos’è un EAS. Episodi di Apprendimento Situato, La Scuola, Brescia.
SITOGRAFIA:
EAS_Pier Cesare Rivoltella
https://www.youtube.com/watch?v=xgEcu30Pzx8
EAS FASE ANTICIPATORIA:
https://www.youtube.com/watch?v=iwSalhoW1JE
EAS FASE OPERATORIA: